L’Alfa Romeo Stelvio è la prima suv della casa del Biscione. Sotto le linee grintose ma “pulite”, caratterizzate da un’eleganza tutta italiana, ci sono la raffinata struttura e la meccanica della berlina Giulia, rispetto alla quale la Stelvio è più alta da terra di 7 cm: pianale nuovo e sviluppato appositamente, sospensioni anteriori a quadrilatero e multibraccio al retrotreno, distribuzione dei pesi equamente ripartita fra i due assali per sfruttare al meglio l’aderenza delle gomme, ottenendo un comportamento equilibrato ed efficace. Tranne la 2.0 diesel da 179 cavalli, che si può avere anche con la trazione solo posteriore, le Stelvio hanno tutte la trazione integrale: nella guida normale la potenza arriva al retrotreno, ma in caso di slittamento delle gomme, in curva o nelle forti accelerazioni, fino al 50% dei cavalli possono essere inviati (tramite una frizione a comando elettromeccanico) all’avantreno. In effetti il comportamento sui fondi viscidi è valido, ma dove la suv dell’Alfa Romeo si distingue è nella guida brillante. Lo sterzo diretto e preciso, la grande rapidità nei cambi di traiettoria e l’ottima tenuta di strada garantiscono un comportamento sicuro e appagante, migliore di quello di molte berline. Sono all’altezza anche il cambio (solo automatico, e velocissimo) e i motori (molto reattivi e vigorosi). Tanta sportività non influisce sulla praticità dell’Alfa Romeo Stelvio: l’abitacolo è ampio (ottimo per quattro e adeguato per cinque), mentre il bagagliaio è capiente, facilmente accessibile (con il portellone elettrico) e pratico (il divano è in tre parti reclinabili). Le finiture sono abbastanza curate, la dotazione buona per il prezzo; l’impianto multimediale, però, è privo delle funzionalità più recenti e della connessione a internet.